Terra d’amore e ripudio, questa, per Machiavelli, che nello storico borgo di Sant’Andrea in Percussina trascorse gli anni forzati dell’esilio: è qui, nella sua villa di campagna, che compose il De Principatibus, una delle opere più celebri e tradotte al mondo. Le luci si riaccendono sul fondatore della scienza politica moderna con “Machiavellerie”, il primo festival italiano che ne promuove e valorizza il pensiero e l’opera, dal 6 al 9 novembre al Teatro Niccolini.
La quarta edizione ruota attorno al rapporto che lega e intreccia intellettuali e potere. Un tema complesso e quanto mai attuale, quello dell’arte della dissimulazione. Nel XVIII capitolo del Principe, infatti, Machiavelli parlò della necessità della simulazione e della dissimulazione per i capi di governo: per questo motivo affrontare la questione della storia della dissimulazione politica, religiosa e intellettuale dal Quattrocento in avanti – passando necessariamente per Machiavelli, il contesto in cui nacquero i suoi scritti e insieme la sua fortuna – è una delle vie obbligate per capire la nostra storia e il nostro presente.
Tanti gli ospiti della manifestazione: fra gli altri la politologa Nadia Urbinati e il giurista Gustavo Zagrebelsky (il 6), Adriano Sofri e lo scrittore Paolo Nori (il 7), la giornalista Lucia Goracci e lo scrittore Antonio Scurati (l’8); chiude, il 9, la lectio di Roberto Saviano intitolata Può il potere dire la verità? Per gli eventi a pagamento, ingresso ridotto per i soci.
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