Non è vero che tutti i cani sono uguali, ed è bene tenerlo a mente quando si decide di adottarne uno.
Le caratteristiche attitudinali sono assai diverse e si possono classificare in territoriali, predatorie, protettive, ludiche, possessive, competitive, perlustrative, collaborative. A seconda di quelle predominanti, il cane tenderà a comportarsi di conseguenza, condizionando anche la vita dell’umano che l’ha scelto.
Si tratta di caratteristiche innate, ma non solo: «È stata anche la selezione delle razze operata dall’uomo a sviluppare alcune caratteristiche in maniera più spiccata rispetto ad altre, ad esempio nelle razze da lavoro – spiega Eleonora Bizzozero, educatore cinofilo -. Un cane da pastore è dedito alla guardia e alla protezione e resta vicino al gregge, mentre uno da caccia, più allegro e spensierato, ama perlustrare il territorio, macina chilometri in poco tempo e tende ad allontanarsi dal gruppo alla spasmodica ricerca di prede, un soggetto non certo ideale per proprietari ansiosi e apprensivi. Ogni cane farà di tutto per potere esprimere, e dunque appagare, la propria natura».
Quindi, considerarlo solo un compagno di vita affettuoso e devoto, pronto ad adattarsi continuamente alla nostra vita di umani, non è sufficiente per costruire una buona relazione: «È importante dare spazio al proprio cane, tempo e possibilità di esprimere le proprie attitudini per sentirsi accreditato, felice e realizzato».
Superare il fattore estetico
Fondamentale quindi, prima dell’adozione, conoscere la razza o il mix di razze e domandarsi se l’ambiente e la vita che gli offriremo saranno in grado di soddisfare le sue esigenze. «Un cane ascoltato è un cane felice – aggiunge l’educatrice -; diversamente il rischio reale è quello di condannare noi e lui a una vita di frustrazione e insoddisfazioni, entrambi con aspettative deluse e disattese».
Un cane può vivere nella nostra famiglia anche venti anni e la scelta di chi accogliere in casa deve essere fatta in maniera responsabile. «Quindi, togliersi dalla testa di adottarne uno per le sue caratteristiche fisiche ed estetiche, esattamente come non sceglieremmo mai un amico perché ha i capelli e gli occhi di un certo colore. Il cane si sceglie per affinità caratteriali».
Ma facciamo qualche esempio. «Se siamo persone dinamiche e con una vita sociale intensa, prenderemo un compagno con spiccate attitudini ludiche, socievoli e cinetiche (ad esempio i retriever e incroci simili); se invece amiamo la tranquillità e le passeggiate rilassanti, sceglieremo un tipo calmo, meglio ancora se un po’ in là con l’età: i soggetti anziani sono fantastici compagni di vita e relax».
Le dimensioni ingannano
Anche la scelta basata esclusivamente sulle dimensioni può rivelarsi sbagliata: «Un piccolo terrier, o simil terrier, dal pelo morbido e dal musetto dolce e curioso, ispira tenerezza e coccole, ma dentro quel corpicino si nasconde un vero cacciatore seriale, capace di stanare da solo animali anche molto più grandi di lui. È in grado di morsicare e uccidere le prede con grande orgoglio e soddisfazione. Farlo vivere in casa, come un delicato batuffolo da compagnia – spiega Bizzozero – significa reprimere le sue esigenze e alzare alle stelle livelli di stress e frustrazione. Si può considerare una vera e propria forma di maltrattamento psicologico, che fa anche correre il rischio di vedere il piccolo dirigere su altro, familiari e amici, tutta la sua forza attraverso abbai furiosi e attacchi. Un cane tipo alano, anche se di grossa taglia, patisce meno la vita in appartamento».
Facciamoci consigliare dunque da persone esperte a chi aprire le porte del nostro cuore affinché la straordinaria storia d’amore che abbiamo scelto di vivere sia per sempre, ma soprattutto serena.