Vivere il momento, qui e ora. Questo l’obiettivo principale della meditazione, pratica antichissima per rilassare corpo e mente e che, a seconda delle epoche storiche e delle latitudini, ha assunto espressioni diverse.
La scienza ha osservato che quando si mette in pausa il proprio consueto film mentale, attraverso esercizi meditativi regolari, guidando l’attenzione direttamente a ciò che si sta vivendo attimo per attimo, non solo si è più felici ma anche più sani. La psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro, autrice di varie pubblicazioni basate sul percorso progettato dal biologo statunitense Jon Kabat-Zinn per la riduzione dello stress attraverso la mindfulness (dall’inglese, consapevolezza), spiega: «La meditazione ha tre risvolti positivi ben documentati: il benessere fisico rappresentato dalla diminuzione della pressione e degli stati infiammatori, dal miglioramento della qualità del sonno nonché dall’azione diretta sui telomeri, porzioni di cromosomi del Dna che determinano la longevità cellulare». Sempre più ricerche evidenziano, infatti, come la pratica meditativa influenzi positivamente la lunghezza di queste nucleoproteine, producendo un effetto di protezione dal deterioramento cellulare.
Ai benefici fisici si aggiungono poi quelli emotivi: la meditazione incide direttamente sul cervello provocando la riduzione delle aree responsabili di stress e preoccupazioni, come la massa dell’amigdala, e l’aumento dell’insula, la regione coinvolta nell’elaborazione delle sensazioni corporee transitorie e che rilascia endorfine, gli ormoni della felicità. «Il terzo tipo di benefici legati alla meditazione – prosegue la psicoterapeuta – è il miglioramento di attività cerebrali come lucidità, memoria e maggiore capacità di attenzione e concentrazione».
Tecniche di meditazione
Alcune molto antiche, altre più recenti, le correnti di meditazione sono numerose. La meditazione buddhista, basata sul cammino di Siddharta Gautama Shakyamuni, il Buddha storico, si distingue nelle pratiche Samatha e Vipassana, finalizzate alla pacificazione interiore, alla liberazione dalla sofferenza e dallo stato di insoddisfazione connesso con l’attaccamento al mondo materiale. La meditazione Zen o Zazen, nata nell’ambito della meditazione buddhista, assume caratteristiche uniche grazie al monaco giapponese Dogen che elaborò un raccoglimento incentrato sul distacco dai pensieri negativi, cercando di eliminare paure, pregiudizi e falsità degli schemi sociali per entrare in contatto con il vero “io”.
La più diffusa oggi è quella definita appunto mindfulness, una pratica che ha origine dai precetti buddisti, induisti e zen, ma che in Occidente è stata sviluppata in una forma laica. La grande diffusione di questa tecnica di meditazione si deve al già citato Jon Kabat-Zinn, che alla fine degli anni Settanta iniziò a studiarne i potenziali benefici per la salute di corpo e mente, e che possono essere ottenuti in tempi relativamente brevi: infatti, sono sufficienti otto settimane di pratiche meditative regolari per sperimentarne gli effetti positivi.
L’uomo più felice del mondo
Francese d’origine, scrittore, fotografo e monaco buddhista, nonché traduttore francese del Dalai Lama, Matthieu Ricard, 77 anni, si è guadagnato la fama di uomo più felice del mondo. Un titolo che gli ha assegnato, dopo una lunga ricerca, l’Università del Wisconsin, che a più riprese ne ha esaminato il cervello applicandogli sulla testa 256 sensori durante la meditazione. I dati raccolti hanno evidenziato un altissimo livello di onde Gamma, quelle connesse con l’emozione positiva, mentre le aree negative risulterebbero ridotte anche di dimensione. Un caso dai parametri mai registrati prima nella letteratura neuroscientifica e che sarebbero il frutto delle oltre 40mila ore di meditazione che Ricard ha alle spalle.