In viaggio verso l’Alaska: come è andata a finire

La missione si è conclusa prima del traguardo finale per un problema di salute di uno dei ciclisti. Ma il progetto ha avuto successo e il viaggio continua...

“In viaggio… verso l’Alaska”. Mancavano circa 2000 km dei 9.430 previsti…e un fatto del tutto imprevedibile, il distacco della retina di uno dei ciclisti della quinta e ultima tratta ha costretto alla chiusura anticipata della missione e al rientro.

Il progetto ha avuto comunque successo. Il testimone di un viaggio iniziato da Mauro il 1 gennaio 2013 ed interrotto per un fatale incidente il 13 maggio sulle strade messicane di Trincheras/Caborca, 16.142 km dopo. Un viaggio poi ripreso, almeno nella progettazione e nella preparazione dei 10 ciclisti staffettisti che a due a due avrebbero raggiunto il grande Nord, un viaggio rimandato più di una volta causa COVID-19 ma che in quest’anno 2022 aveva visto la sua realizzazione. Perché così è stato. Il 10 aprile i primi due ciclisti messicani Sebastian Gaxiola e Luis Daniel Avila (diabetico) sono partiti da Trincheras, esattamente dal luogo dove Mauro è stato investito e hanno raggiunto il confine Messico/Usa. Una pedalata esaltante, una comunicazione straordinariamente coinvolgente che ce li ha fatti seguire per oltre 700 km, momento per momento.

Video, testimonianze, riprese, interviste… tutto fantastico. Il messaggio di speranza ha risuonato fortemente nel Messico e in Italia: sensibilizzazione al diabete, sicurezza stradale, salvaguardia del creato, solidarietà…

La bandiera poi è passata nelle mani di Teodros Talini (nipote di Mauro) e Federico Angeli, due giovani di Massarosa. Hanno percorso per più di 1000 km tutta la costa Californiana. La loro prima grande impresa e la loro prima esperienza. Fantastica. Dura in certi tratti ma piena d’incontri significativi: persone straordinarie, accoglienti. Luoghi incantevoli, di una bellezza unica. Il messaggio di speranza anche qui ha risuonato fortemente. A San Francisco, un altro passaggio del testimone/bandiera, firmata da ciascuno di loro. Da là hanno iniziato a pedalare Alessio Fresco e Francesco Zazza, entrambi diabetici di tipo 1.

La conferma della possibilità di gestire la propria cronicità, la capacità di gestire il Diabete quale frutto di un percorso importante di conoscenza della patologia e di se stessi, di allenamento adeguato e strutturato, di alimentazione corretta. E poi, a Salt Lake City, terzo passaggio del testimone/bandiera. Sono partiti Anacleto Zanfi e Antonio Tavoni di Maranello. Esperti cicloviaggiatori. Brillanti, un po’ poeti e amanti della musica. Una 4° tratta lunga oltre 2000 km. Tanta acqua e vento. Ma tutto per realizzare quel sogno di Mauro Talini, diventato anche il nostro sogno. Tutto per portare speranza, solidarietà e pace. Tutto per esaltare la bellezza dell’amicizia, della condivisione… dei valori che contano, che danno colore e calore all’essere umano e alla vita. E infine Calgary. I due ciclisti veneziani, Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, che arrivano in orario ma… senza bici.

La 5° tratta portava le firme di tutti gli otto ciclisti che avevano precedentemente pedalato. Lo scambio di fronte al Console dott. Andrea Riccio, avvenuto nel “Calgary Italian Cultural Centre”. Un incontro istituzionale significativo. Una grande accoglienza. Il recupero delle bici, arrivate il giorno dopo. La sistemazione e la partenza. Perfetti pedalatori, esperti, sicuri, che in 9 giorni hanno macinato km.

Alberto Fiorin, scrittore di guide turistiche e di libri in cui racconta i suoi viaggi. Cicloviaggiatore carismatico, sempre in coppia con l’amico Dino. Ma il testimone, meglio la bandiera… non è arrivata a Prudhoe Bay ma a Fort Nelson alla 10° tappa, circa a metà della 5° tratta del viaggio. Alberto ha subito un distacco della retina all’occhio destro.

Ma l’impegno dell’associazione non si ferma. “Ancora in viaggio”…

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