Quindici luoghi toscani che si animano di storie inedite. Quindici “penne” della nostra regione che raccontano la Toscana più segreta, in parte perché meno conosciuta, in parte perché inventata dalla fantasia degli scrittori.
Si chiama proprio “Toscana segreta – Viaggio in quindici racconti” l’antologia di storie inedite gratis in edicola con Repubblica giovedì 24 giugno. Protagonisti del volume i luoghi toscani, i borghi arroccati che caratterizzano il nostro paesaggio e sembrano fatti apposta per ospitare vicende letterarie.
Così Marco Vichi, per esempio, ne “Il monumento” racconta una beffa garfagnina ai danni del fascismo; Laura Forti in “Firenze di sotto” sceglie l’alluvione del 1966 vista dalle vene più profonde della città, il “luogo mistico” degli ultimi. Ne “Il prete e il capitano”, Silena Santoni ci conduce a Reggello, dove una Madonna con bambino diventa un atto di Resistenza di un prete nei confronti del nazismo; ne “Il mistero dell’annunciazione di Avane” Filippo Boni si sofferma sul furto, a fine Ottocento, di un’opera di Paolo Uccello in una chiesetta poi distrutta per far posto alle miniere di lignite; ne “L’originale” Luca Ricci ci tuffa tra i cavalloni del Tirreno di un’estate di fine anni Ottanta, dove la storia di tre ragazzini incrocia sorpresa l’arrivo di Keit Haring, mentre in “Due ragazze” di Paola Presciuttini una scultura di Zino Nisticò in piazza Fardella, a Firenze, è testimone dell’evoluzione di una storia d’amore.
Ne “Lo smemorato di Calambrone”, Simone Lenzi racconta l’incontro tra due personaggi fuori dalle righe della vita: un vecchio senza memoria e un carabiniere che in quell’uomo smarrito riconosce una rivelazione e una speranza; Francesco Bianconi sceglie Siena in “San Domenico”: un obiettore, una ragazza di cui si prende cura, un dubbio, narrati dalla voce epica e antica del santo. E anche nel racconto di Nicoletta Verna “I vicini di casa”, un edificio sacro – il Santuario di Montenero a Livorno – sorveglia un evento luttuoso intrecciarsi con un amore grazie al filo del mistero.
Ne “Il cane perfetto” Caterina Soffici ha scelto la superstrada Firenze-Siena dove l’incontro con un animale abbandonato si trasforma una vera e propria rivelazione; ne “L’ammiraglio” di Valerio Aiolli una regata a Orbetello è motivo di crescita per tre ragazzi. Al centro di “Vitis Uberrima” di Alberto Prunetti l’emigrazione di una vite tra Sicilia e colline metallifere è metafora di quella umana, tra sradicamento e sopravvivenza.
Ne “Il nome della Cosa”, di Lorenza Pieri, l’incontro tra un ragazzo e una ragazza a Capalbio Scalo, ai quali si aggiunge un cane smarrito che si scopre essere di Stanley Kubrick. E ne “La Febbre” Sacha Naspini ci svela il mondo dei tombaroli, la loro maniacale ossessione per i reperti archeologici.
C’è, infine, anche un racconto on the road. Inseguendo le rotaie che portano da Pistoia a Porretta Terme, al confine tra Toscana e Emilia Romagna. Un convoglio che Federico Pace (unico autore non toscano, ma in Toscana vincitore di due premi, il Ceppo e il Vallombrosa) in Mille vite fa viaggiare sui binari che scalano l’Appennino, con un personaggio speciale: Tiziano Terzani.