Sembrano innocui, e a qualcuno anche inutili, e sono invece potentissimi. Conosciuti fin dall’antichità per le loro proprietà antisettiche, lenitive e curative, gli oli essenziali possono diventare oggi alleati del nostro benessere. Chi pensa che si tratti di semplici estratti di fiori e piante, senza alcuna proprietà, si prepari a cambiare idea. Solo per l’olio di lavanda, che è uno di quelli più conosciuti e utilizzati, si conoscono circa 400 costituenti, fra esteri, aldeidi, monoterpeni e altri, i quali, ognuno in piccola proporzione, hanno una funzione propria, o in sinergia con gli altri composti, che li rende introvabili altrove.
Potenza della natura che Maria Letizia Longo, architetto con trent’anni di ricerca sull’aromaterapia, ha sperimentato sulla propria pelle. Una malattia difficile, affrontata con ogni tipo di medicina, è stata alleviata solo dagli oli. «Provai qualche goccia di olio di timo mescolata a olio di oliva – racconta oggi nel suo laboratorio Arômantique di via dei Macci, a Firenze -. Per alcuni giorni lo massaggiai su mani e piedi. Dopo qualche tempo, avvertii i primi cambiamenti. La malattia non era sparita ma io stavo meglio».
Stare meglio. Ritrovare un angolo di benessere in tempi oscuri e difficili. Per Maria Letizia Longo l’aromaterapia può essere di grande aiuto. E il motivo lo spiega la scienza: tutti gli oli essenziali, grazie alla loro complessa composizione di principi attivi, agiscono su svariati microorganismi. In pratica, la diffusione ambientale degli oli essenziali attraverso vaporizzatori ionizzanti permette di igienizzare l’aria che respiriamo, gli arredi e gli oggetti. La micronizzazione degli oli lascia in sospensione nell’aria una moltitudine di molecole aromatiche che distruggono gran parte degli agenti patogeni agendo su più fronti, ovvero contro batteri, muffe e virus. Secondo l’”American journal of essential oils and natural products”, l’effetto di riduzione di carica patogena nell’aria ottenuto con gli oli essenziali equivale a quello che succede in laboratorio entro trenta minuti, portando vicino allo zero la carica patogena posta in vitro.
Non solo. Di recente il medico Cristian Testa e il tossicologo Fabrizio Gelmini hanno svolto un esperimento in una residenza sanitaria assistita del Lago d’Iseo. Al primo piano hanno igienizzato tutti gli ambienti come da protocollo, al piano terra hanno installato due diffusori di oli essenziali e hanno lasciato tutte le porte aperte. In breve, la carica patogena al piano terra si è azzerata ed è rimasta a zero, al primo piano, invece, è scesa a zero all’inizio per poi rialzarsi.
Muffe, virus e batteri (sì, pare che certi oli siano efficaci anche contro questi ultimi), nel laboratorio fiorentino di Maria Letizia si impara, attraverso corsi o semplici visite, la profumeria del benessere e a riconoscere quali sono gli oli che ci appartengono perché il loro profumo ci rende felici, ci ricorda qualcosa, semplicemente ci rilassa. Ciascuno di noi ha i propri oli, perché ognuno di essi ci parla e ci cura in maniera diversa.
Nel giardino con atelier di Arômantique si scopre che, annusando i profumi, partono dal naso stimoli elettrici che arrivano dritti al cervello e al sistema limbico, stimolando emozioni e ricordi. «Per la sofferenza che ciascuno di noi sta sperimentando in questi mesi a causa della pandemia – spiega Maria Letizia -, la lavanda rilassa e tranquillizza, mentre l’olio di mandarino conforta come un abbraccio. Bastano poche gocce sul polso o su un fazzoletto. Il timo infonde coraggio, l’alloro è sinonimo di sapienza».
I profumi hanno ancora molto da insegnarci.
Info: www.aromantique.it