Con la bella stagione arrivano tanti benefici per la nostra salute, ma anche qualche problema. Come con i raggi solari che, oltre ad avere innegabili effetti positivi, possono rappresentare un problema per la salute degli occhi. Ne parliamo con Alessandro e Iacopo Franchini, oculisti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi.
Quali sono le componenti nocive della luce solare?
Le radiazioni del campo blu-violetto e ultravioletto. Le Uvb minacciano le parti esterne dell’occhio come la cute, la cornea, la congiuntiva e il cristallino, mentre le Uva, penetrando in profondità, possono danneggiare la retina e in particolare la parte centrale, detta macula. Anche le radiazioni infrarosse interferiscono con il metabolismo della cute accelerando il processo di invecchiamento dei tessuti.
Tuttavia, indagini di mercato dimostrano che oltre il 50% degli italiani non dà importanza al fattore di protezione dai raggi ultravioletti nell’acquisto degli occhiali da sole, il 65% non verifica la presenza del marchio Ce, mentre il 55% ne ignora completamente l’esistenza. Il 58% degli intervistati inoltre afferma di aver scelto gli occhiali da sole secondo criteri estetici, il 28% di essere sensibile soprattutto al prezzo e infine solo il 15% dichiara di aver dato importanza primaria alla qualità delle lenti. Inoltre, paradossalmente, un italiano su cinque ritiene che l’utilizzo di occhiali da sole sia addirittura nocivo per la vista. Quindi, nel nostro Paese vi è poca consapevolezza della necessità di proteggere gli occhi dalle radiazioni solari nocive.
Quali caratteristiche dovremmo prendere in considerazione quando acquistiamo un occhiale da sole?
La prima cosa da verificare è la presenza del marchio Ce, obbligatoria dal 1995, che è una autocertificazione del produttore che attesta la conformità alle direttive europee. Sul mercato ci sono prodotti di origine asiatica, a prezzi irrisori, che non sono conformi a nessun criterio di sicurezza. Importante è la forma della montatura, che dovrebbe essere avvolgente e impedire ai raggi solari di passare lateralmente. Rilievo va dato al colore delle lenti in quanto solo alcuni colori sono in grado di bloccare le radiazioni nocive: la nostra preferenza dovrebbe cadere sul grigio, il verde e il marrone. Altri colori, che seguono solamente la moda, non filtrano a sufficienza le radiazioni nocive e possono essere dannosi. La scelta del colore dovrebbe essere anche correlata al tipo dell’eventuale difetto di refrazione: mentre le lenti grigie vanno bene per tutti, nei pazienti miopi la scelta dovrebbe ricadere sul marrone, mentre nei pazienti ipermetropi sul verde.
In tempi di Coronavirus gli occhiali sono utili?
Il contagio può avvenire anche attraverso la congiuntiva, dove il virus determina un’infiammazione di modesta entità, in genere monolaterale, e difficilmente distinguibile dalle altre forme infiammatorie dell’occhio. Il virus poi viene trascinato all’interno dalle lacrime fino a raggiungere la mucosa nasale e la gola. Poiché il virus si muove attraverso le goccioline di saliva, l’uso di occhiali da vista o da sole rappresenta un’importante protezione.
Per saperne di più
Le più comuni alterazioni del bulbo oculare provocate dai raggi solari
Secchezza oculare: il caldo eccessivo e la secchezza dell’aria possono aumentare il fenomeno dell’evaporazione del film lacrimale causando irritazione e fastidio.
Congiuntivite: l’esposizione continua a luce molto intensa può determinare arrossamento e gonfiore della congiuntiva con bruciore e prurito. Il disturbo non è da sottovalutare perché può cronicizzare o dare luogo a complicanze.
Cheratite: infiammazione della cornea che compare dopo un’esposizione intensa ai raggi solari senza l’utilizzo di lenti schermanti e che si manifesta con arrossamento, dolore e senso di corpo estraneo.
Cataratta: consiste in una diminuzione dell’acuità visiva causata dalla opacizzazione del cristallino. È stato dimostrato che la cataratta è molto più frequente nelle persone più esposte alla luce solare.
Inoltre le radiazioni solari possono provocare patologie della retina, che ricopre l’interno dell’occhio, come l’edema maculare cistoide, i melanomi oculari e soprattutto la degenerazione maculare legata all’età, che nei paesi industrializzati è una delle più comuni cause di cecità.