Era in programma allo stadio Artemio Franchi di Firenze, il 30 maggio, la prima tappa italiana di un lungo tour attraverso l’Europa ( posticipato al 29 maggio 2021). Poi è arrivato lo tsunami Coronavirus, devastante ma incapace di annientare la catena degli affetti più stretti e i legami con la propria terra. «Franchi era amico di mio padre e li sentivo sempre parlare di calcio. Anche se non sono una grande tifosa né un’esperta, tifo per la Fiorentina». Sì, perché Gianna è toscana nell’anima e dopo diversi anni trascorsi a Londra, complice la Brexit ha deciso di tornare alle origini: «Mia figlia è italiana, io sono italiana, e la mia vita adesso è in Italia». Bentornata a casa. «Quando ero giovane scappavo a Firenze, partendo da Siena, all’insaputa dei miei genitori, per vedere i concerti e andare in discoteca. Qui ho vissuto anche i primi amori».
Che insegnamento si porta dietro da Londra?
Una cultura di rispetto e tolleranza: i bambini a scuola imparano che le differenze non fanno la differenza, anzi. Ognuno ha valore per quel che è, non c’è discriminazione. Sono le prime cose che ho insegnato a mia figlia.
Il suo ultimo album si intitola proprio La differenza: qual è quella di questo suo ultimo lavoro?
Intanto sono andata a registrarlo a Nashville, dove è ancora forte l’idea che la musica vada suonata davvero con gli strumenti e non elaborata al computer. Musica vera, suoni reali e non riprodotti artificialmente. Quindi, anche nella vita la differenza è questa: essere se stessi. Basta farlo.
Nashville è la patria della musica folk americana, ma che fine ha fatto la musica tradizionale italiana?
L’abbiamo dimenticata nei ristoranti per turisti.
In che senso?
Nel senso che le canzoni della nostra tradizione vengono suonate soltanto dalle orchestrine nei ristoranti. Un’immagine stereotipata, quella “spaghetti e mandolino”, che svilisce la lunga storia della musica popolare italiana. Mi piacerebbe che questo patrimonio potesse essere recuperato, con l’aiuto delle istituzioni. Ad esempio, Firenze potrebbe diventare la Nashville italiana.
Perché proprio Firenze?
Molti non lo sanno, ma ci sono analogie fra la musica che va più di moda oggi, il rap, e quella tradizionale toscana. Chi fa rap e hip hop, compie la stessa operazione che facevano i cantori in ottava rima, cioè racconta delle storie attraverso le parole e la musica. Il free style ha ovviamente ritmi diversi, però ci sono dei punti in comune con i cantastorie che giravano da un paese all’altro e narravano in rima episodi e storie, senza rinunciare al fondamentale supporto della musica.
Che dieta segue prima dei concerti?
Da tempo ho scelto un regime alimentare che tende a escludere cibi di origine animale, e quindi mangio soprattutto verdura e frutta. Anche quando faccio la spesa alla Coop, mi piace la sezione dedicata al biologico. Inoltre, ho cominciato a praticare il triathlon, quindi anche la mia alimentazione si è adeguata. Mi piace tantissimo e in questo modo mi alleno anche per i concerti.
Qual è la ricetta del cuore di Gianna Nannini?
So cucinare poche cose, come i fusilli con gli zucchini, quelli verdi, non sbiaditi, pieni di clorofilla. Bisogna mangiare cose vere, non sintetiche.
A proposito di verde, quanto è importante la mobilitazione per l’ambiente?
Mi occupo del problema dell’inquinamento e del rispetto della natura dal 1996, quando partecipai alle prime manifestazioni in occasione del G8 in Canada. Greta Thunberg ha richiamato l’attenzione su un problema che riguarda tutti, ma che molti non considerano. Sull’ambiente purtroppo non vengono prese le decisioni necessarie, perché ci sono di mezzo troppe questioni economiche e finanziarie.
Secondo lei cosa si dovrebbe fare?
Anche il rispetto della natura andrebbe insegnato a scuola, in modo da formare una coscienza ecologica nei più piccoli. Ad esempio, bisogna spiegare cosa comporta l’utilizzo della plastica, suggerendo già ai bambini le soluzioni alternative, come le borracce. Ai miei concerti vorrei che non ci fossero bottigliette di plastica.
Lei che è una “ragazza dell’Europa” che cosa riporterebbe in Italia dai Paesi che ha visitato?
A Barcellona, ad esempio, l’ultima volta che ci sono stata (prima dell’emergenza Coronavirus, ndr) ho visto tante persone spostarsi in bicicletta, con i monopattini, con gli overboard. Vorrei che succedesse anche qua. Sarebbe bellissimo.
È un momento di grandi paure, a livello globale. Ha una figlia piccola, cosa teme di più?
Se una mamma inizia a pensare con la paura, non fa neanche un figlio. Credo che dare la vita sia un gesto di grande speranza, che rappresenti la possibilità di credere nella vita e nel futuro. Quindi, spero che mettere al mondo un figlio possa aiutare il nostro pianeta ad andare in una certa direzione. Positiva.
Come molti altri artisti anche Gianna Nannini durante l’emergenza Coronavirus ha regalato ai fan momenti live e brevi aneddoti della sua lunga carriera musicale. Puoi rivederli sui social ufficiali Facebook e Instagram.