“L’amor che move il sole e l’altre stelle”, così lo definì il Sommo Poeta nell’ultimo verso della Divina Commedia. E, dopo di lui, mille altri ancora, hanno scritto, ragionato e cantato la forza dell’amore, in tutte le sue forme. Impossibile, eterno, maledetto o passionale, è l’amore quella forza che spinge in avanti il mondo e dà senso a ogni gesto e a ogni luogo. Così lo descrive Sandra Milo, che lo ha raccontato anche nel suo recente libro Il Corpo e l’anima e lo vive ogni giorno, nella sua passione per il palco, per la poesia, per la scrittura e per il suo nipotino Flavio di 5 anni: tanto desiderato e arrivato a sorpresa. Proprio come i doni dell’amore.
L’amore, in fondo, cos’è?
«L’amore… è tutto. L’amore è nel cielo, nei fiori, nelle piante. Anche nel pulire una stanza, perché è la tua stanza, fai un gesto d’amore. L’amore è prendersi cura. L’amore è nella natura intorno e viverla pienamente è una forma d’amore: io, per esempio, vado pazza per gli alberi, la loro bellezza mi commuove. Penso sempre che se rinascessi, vorrei rinascere albero».
Che posto occupa, oggi, nella sua vita?
«Un posto molto esteso, il posto massimo: amo immensamente i miei figli, da sempre. E oggi amo pazzamente mio nipote che ha cinque anni ed è meraviglioso e mi dice cose così curiose e divertenti! Mi riprende anche, mi dice: “Nonna, io prima di parlare penso, e tu?”. E mi fa così ridere, lo trovo fantastico, perché i bambini, negli occhi, portano l’amore pulito che ha il sapore della vita, pura. Nella vita ho avuto un amore talmente straordinario e infinito che è vero, l’amore cambia la vita. Anzi, l’amore è vita. L’amore è uno solo, quello assoluto che avvolge tutto, tutto e tutti».
Che differenza ha fatto, quel grande amore?
«Ha fatto la differenza, soprattutto, perché un giorno mi ha detto: “Un attore non può avere pudori, mai”. Perché un attore in scena deve donare se stesso, in modo totale. Me lo ha detto arrabbiato, con violenza: io mi sono sentita lacerare ma da quella volta ho imparato a stare in scena con tutta me stessa. A essere attore senza fingere».
E oggi, sappiamo ancora amare?
«Oggi è un periodo non fortunato, in particolare per le donne. Le donne sono così occupate a lottare, ad affermare i propri giusti diritti, che dimenticano di amarsi e di amare. A volte perdono una parte importante del loro essere donna. Gli uomini, d’altra parte, sembrano spaventati, scappano da una donna così agguerrita, hanno persino paura di dire “ti amo”. Il rapporto uomo donna è cambiato moltissimo e, sembra, a svantaggio di entrambi. Invece che amore, sembra un campo di battaglia».
Chi vincerà?
«Credo che troveranno un sano punto di incontro e di equilibrio. Le donne hanno una grande energia, io le ammiro tutte moltissimo, perché di fronte a eventi estremi tirano fuori una forza straordinaria che nemmeno sanno di avere. Donne e uomini devono ricostruire un nuovo terreno senza armi in mano, con più parità di diritti, certo, ma anche più serenità. Serve un po’ di autoironia, per planare sulle cose “con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto” come diceva un grande scrittore».
Recentemente ha scritto anche un libro di poesie, “Il corpo e l’anima”. Perché scrive?
«Io scrivo da tanto tempo, mi piace molto. Scrivo per questo desiderio di parlare, di confidarmi ma mi piace molto ascoltare e finisco sempre per ascoltare più di quanto racconto. Allora scrivo, fermo i miei pensieri sulla carta. Lo faccio di notte, quando tutto dorme e c’è silenzio e nessun cellulare suona. Scrivere è raccoglimento, è meditazione di fronte a se stessi».
La sua è stata una vita da romanzo. Scriverà anche un’autobiografia?
«Sì, la sto già scrivendo, lentissimamente e si chiamerà “Lettere a mio nipote” perché voglio lasciare a lui la mia verità assoluta sulla mia vita, sulle lotte, le fatiche. Voglio che impari che la vita sì è fatica, ma a fare la differenza è come affronti quella fatica. Bisogna affrontare la vita con animo forte e sereno, mai scoraggiarsi. Per quando lui sarà grande e io non ci sarò più, voglio lasciargli questo insegnamento».
Quale ricetta del cuore scriverà nell’autobiografia?
«Il mio piatto preferito sono i primi, la pasta. Adoro anche la pappa al pomodoro, tantissimo! Ne faccio delle scorpacciate qui, in Toscana, perché a Roma non la sanno fare. Mi piace mangiare ma anche cucinare: mia madre e mia nonna erano toscane, anche io ho un tipo di cucina toscana perché ho cominciato a cucinare tardi e ho preso spunto dai loro insegnamenti. La mia ricetta d’autore è il pollo alla cacciatora: ci metto tante cose dentro. Un po’ di pasta d’acciughe, un po’ di pesto, piccoli sapori che valorizzano, arricchiscono il sapore della carne alla cacciatora senza nasconderlo».
E la sua ricetta per la felicità?
«Amare le cose che faccio, amare le persone, ascoltare, capire le ragioni degli altri. Rispettare ciò che è altro da noi. Sentirsi gli altri. Essere in armonia con gli altri dà felicità».
Cinema, teatro, tv, poesia: sogni nel cassetto?
«Uno è l’autobiografia che voglio finire di scrivere. E poi, sognavo di fare un musical e quest’anno lo faccio. Sulla scena interpreto un uomo: farò una drag queen, protagonista di un varietà, che un giorno scopre di essere padre. Scopre un figlio fatto in gioventù che non sapeva di avere. Allora cambia tutto. E poi… dovete venire a vedere il musical!».
Il libro
“Il corpo e l’anima – le mie poesie“, Sandra Milo, Morellini editore, in vendita su piùscelta a prezzo scontato per i soci Unicoop Firenze (euro 8,42).
Con animo appassionato, grande tensione e parole gentili, Sandra Milo ci conduce per mano nel suo universo di sentimenti, desideri, dolori e rimpianti. La raccolta di poesie “ll corpo e l’anima” è anche una finestra sull’esistenza interiore di una personalità forte e significativa per il mondo dello spettacolo e del cinema italiano.