«Le grandi Nazioni dimostrano di essere tali, anche riconoscendosi coralmente nelle festività civili, ritrovandosi affratellate attorno alle ricorrenze scolpite nel grande libro della storia patria. Perché non dovrebbe essere così per il popolo italiano? Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziché con autentico spirito repubblicano, il 25 aprile, festa della Liberazione, il 1° maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica? Anche su questo tema della piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi».
Sento forte il bisogno di ricordare le recenti e illuminanti parole di Liliana Segre per riflettere sul valore delle date importanti. Sento prepotente il bisogno di farlo per quella del 25 novembre, giorno nel quale da 23 anni si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Le ricorrenze sono fermate necessarie nel treno della storia per tenere viva «la vertigine della memoria», per dirla con Borges, per congiungere il ricordo doveroso delle vittime a nuove considerazioni e proposte, idee e visioni e tentare di avvicinarsi sempre più all’obiettivo che ci siamo prefisse: nel nostro caso l’eliminazione della violenza contro le donne. A tutti i livelli e in ogni ambito.
Anche quest’anno accadrà la magia dell’incontro: a ogni latitudine migliaia di donne, in questo lungo mese autunnale, rifletteranno su ciò che è stato fatto e su ciò che è ancora da fare, su quello che abbiamo faticosamente difeso e quello che ancora (tanto!) resta da difendere. Perché la storia da sempre si fa storie e non smette di bussare alle coscienze, fa sussultare testa e cuore, impedisce l’oblio e obbliga a prendere posizione.
Con Unicoop Firenze saremo, insieme a donne di spettacolo e d’impegno, allo Spazio Alfieri di Firenze il 23 novembre alle 18, facendo nostro il grido: «Donne, vita e libertà» che ha risuonato nelle piazze in tumulto in Iran. E con le donne iraniane, appunto, apriremo il sipario sul mondo, attraverso la loro storia e quella delle calciatrici afghane, che a Firenze hanno trovato casa, e ancora rifletteremo con Rada Žarković, presidente della cooperativa Insieme, sul ruolo delle donne che, dai tempi della guerra nei Balcani si sono spese in favore della pace. Ricorderemo i nomi e i volti che si celano dietro i numeri impressionanti dei femminicidi che anche in questo 2022 hanno riempito le cronache dei giornali.
Wislawa Szymborska in un verso ha scritto: «Il minuto di silenzio per i morti a volte dura fino a notte fonda», noi sappiamo che per le donne il minuto di silenzio, a volte, dura tutta una vita.