Da un lato uno dei padri indiscussi dell’Italia moderna e repubblicana, dall’altro un movimento pittorico che contribuì a svecchiare culturalmente il Paese e una serie di artisti che presero parte anche in prima persona ai moti del Risorgimento.
Due strade che convergono a Pisa, dove i soci hanno la possibilità di usufruire di una serie di visite guidate alla Domus Mazziniana e alla mostra “I Macchiaioli”, a Palazzo Blu fino al 26 febbraio.
La Domus Mazziniana
La Domus Mazziniana si trova nella Casa Rosselli-Nathan, dove Giuseppe Mazzini aveva trovato accoglienza e dove il 10 marzo 1872 morì. Distrutta nel bombardamento del 1943, è sulle sue macerie – materiali, ma anche morali – che è nata dopo la guerra questa istituzione culturale che si occupa dello studio del pensiero e della conservazione e diffusione delle opere di Mazzini, affiancata da una collezione museale che raccoglie documenti, oggetti personali, lettere e fotografie che ne raccontano la vita pubblica ma anche quella privata. Accanto, ad esempio, a «l’unica copia autografa esistente al mondo del giuramento della Giovine Italia, ci sono oggetti che ci raccontano altri aspetti della sua personalità – spiega il direttore della Domus, Pietro Finelli -. Come la chitarra e uno spartito musicale che è la trascrizione di una canzone popolare ascoltata in Svizzera, che Mazzini stesso adattò a voce e chitarra».
Teorico della musica, fino a pubblicare articoli specializzati dedicati a questa materia, ma anche attento al rapporto fra politica e arte, raccontato, all’interno del museo, a partire da un testo che Mazzini dedicò alla pittura moderna in Italia, e pubblicato su quella che allora era una delle più importanti riviste culturali del mondo, la britannica “Westminster Review”. Due gli aspetti interessanti di questo rapporto, sottolinea Finelli: «Se un Paese non è libero, non può esserci neanche arte, che ha bisogno appunto di libertà per svilupparsi; e poi il tentativo di rivendicare l’esistenza di un’arte moderna italiana che andasse oltre il classico, oltre l’idea di essere solo un museo a cielo aperto. Una riflessione di grande modernità».
Arte e politica
Una visione della democratizzazione della cultura, così come quella della vita politica e sociale – Mazzini è stato, fra l’altro, uno dei “padri spirituali” della cooperazione in Italia – che lega idealmente il patriota al gruppo dei Macchiaioli, alcuni dei quali ferventi mazziniani. Come Silvestro Lega, del quale la Domus ospita, in occasione dei 150 anni dalla morte di Mazzini, un bozzetto che raffigura l’esule morente: «Quando cessò di vivere in Pisa Giuseppe Mazzini – scrisse il critico Diego Martelli a proposito dell’ultimo ritratto di Mazzini – Lega corse alla casa dell’illustre apostolo del pensiero e dell’azione, e dai ricordi presi sul luogo, compose un quadro rappresentante gli ultimi momenti del grande genovese». In mostra non il quadro “ufficiale” (Gli ultimi momenti di Mazzini morente è conservato negli Stati Uniti), ma la versione “alternativa”, realizzata da Lega quasi contemporaneamente, e proveniente dalla Pinacoteca Civica di Modigliana. Il bozzetto è collocato nella spazio stanza dove si spense Mazzini, tra foto d’epoca, abiti e oggetti che gli appartenevano, dai libri all’orologio al passaporto.
Speciale soci Unicoop Firenze
Visite guidate gratuite per i soci, con pagamento dell’ingresso ridotto (10 euro) a Palazzo Blu. Appuntamento, sempre alle 10, il 15, 22 e 29 gennaio, e il 5 febbraio. L’itinerario comprende la Domus Mazziniana e la mostra “L’ultimo ritratto di Mazzini”, lo spostamento a Palazzo Blu e la visita a “I Macchiaioli”.
Prenotazione obbligatoria 050916950, info@kinzicacoop.it