Capita che i piccoli, specie in età prescolare, si ammalino spesso, con febbri che vanno e vengono, anche più volte in un mese: a volte si tratta di un fisiologico processo di maturazione del sistema immunitario, altre volte si deve sospettare una cosiddetta “febbre periodica”. Ne abbiamo parlato con due specialisti del Meyer, il professor Gabriele Simonini, responsabile della Reumatologia, e Maria Vincenza Mastrolia, pediatra reumatologa.
Cosa si intende per infezioni ricorrenti?
Ricordiamo che, specialmente in questi mesi invernali, i bambini, soprattutto se in età prescolare, tendono ad ammalarsi spesso, per una semplice immaturità del sistema immunitario che deve ancora “imparare ad armarsi”. In questi casi, tipicamente, presentano un quadro in cui la febbre è associata a infezioni delle vie aeree e accompagnata da raffreddore, mal di gola e tosse. Diverso è il caso di quelle che sono comunemente conosciute come “febbri periodiche”.
Cosa sono le febbri periodiche?
Le febbri periodiche sono un gruppo di malattie caratterizzate da episodi febbrili ricorrenti di natura infiammatoria, non infettiva e che, di solito, si risolvono spontaneamente dopo alcuni giorni. A scatenarle, in questo caso, non è un patogeno, bensì una reazione autoinfiammatoria dell’organismo, che si attiva senza che ci sia un’aggressione esterna causata da virus o batterio.
La forma più comune di febbre periodica è la sindrome Pfapa, che colpisce prevalentemente bambini in età prescolare. Pfapa è un acronimo che sta per Periodic fever, aphthous stomatitis, pharyngitis and adenitis: i bambini che ne soffrono sperimentano episodi di febbre alta a insorgenza improvvisa che si ripetono con intervalli regolari (spesso ogni 3-6 settimane) che si accompagnano a stomatite aftosa, faringite e linfonodi cervicali ingrossati. Fra un episodio e l’altro questi bambini stanno generalmente bene e gli esami del sangue non registrano alterazioni importanti.
Quali accertamenti fare?
Arrivare a una diagnosi di Pfapa non è facilissimo, perché non esistono esami di laboratorio che ci diano certezza assoluta che ci troviamo di fronte a questo tipo di febbre periodica. Sarà il pediatra, ascoltando con attenzione la storia familiare e la presenza di alcuni sintomi caratteristici (ad esempio febbri alte, ma isolate, che si presentano senza altri sintomi e che si ripetono puntualmente indipendentemente dalla stagione), a porsi il dubbio e suggerire approfondimenti specialistici. Al Meyer, da tempo, è attivo un ambulatorio dedicato proprio a queste febbri.
Fisiologicamente la Pfapa si risolve da sola con la crescita?
La buona notizia è che, nonostante sia impattante sulla qualità di vita dei bambini, la Pfapa è una condizione clinica benigna, che tende a risolversi spontaneamente intorno ai 6-7 anni di vita e risponde molto bene a una singola dose di steroide per bocca somministrato al bisogno durante l’episodio acuto.
Diversamente dalla Pfapa, altri tipi di febbre periodica, molto più rari, possono invece durare anche tutta la vita perché associati a un difetto su base genetica. Anche in quei casi il ricorso a terapie mirate e un adeguato follow up consentono di garantire un buon controllo della febbre e di prevenire le complicanze derivanti dal quadro infiammatorio cronico.