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L'avversario

L’Avversario

Autore Emmanuel Carrère

Casa editrice Adelphi, 2013

Pagine 169

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo lettura sezione soci Campi Bisenzio

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Carrère ci racconta, in forma di romanzo, una reale fatto di cronaca nera che ebbe luogo il 9 gennaio 1993. Jean-Claude Roman rimane intrappolato per quasi vent’anni nella rete di menzogne da lui costruite, finendo per liberarsene attraverso un atto brutale: uccide la moglie, i due figli e i genitori, dà fuoco alla propria casa e cerca poi invano di uccidersi.

Carrère dialoga con l’assassino senza mai cadere nella banale ricerca dello scoop, senza mai gridare allo scandalo. Cerca invece di entrare nella mente e nell’anima di Roman, di capire come sia possibile arrivare a compiere un gesto così estremo.

La citazione degna di nota

Se uno viene a dirti che il tuo migliore amico, il padrino di tua figlia, l’uomo più onesto che conosci ha ucciso moglie, figli e genitori, e per di più da anni mente su tutto, non è naturale che tu continui ad aver fiducia in lui, anche se ti mettono di fronte a prove schiaccianti? Che amico saresti se ti lasciassi convincere così facilmente della sua colpevolezza?

Le nostre riflessioni

Il libro è stato apprezzato in maniera unanime: ben scritto, avvincente, ritmo scorrevole. Lo scrittore non è mai retorico, bensì racconta i fatti in maniera diretta mantenendo sempre una certa oggettività. Carrère invita piuttosto alla riflessione sui fatti accaduti, non si mette mai nei panni del giudice, ma cerca di capire quali sono stati i fattori scatenanti che hanno portato alla trasformazione di Roman da bambino educato alla verità a uomo costruttore di una grande e lunga menzogna.

Il gruppo ha trovato molto interessante la reazione di Roman, durante il processo, quando viene nominato il cagnolino con cui è cresciuto e che era diventato il suo unico amico e confidente: una reazione tragica ed esagerata forse perché quel cane era l’unico elemento di verità e reale affetto che avesse mai avuto. Roman è talmente bravo nel mentire che ne va quasi fiero. E’ certamente un uomo folle ma comunque dotato di grande intelligenza per organizzare al minimo dettaglio, senza farsi scoprire, questo teatro dell’assurdo.

È davvero difficile, leggendo il libro, riuscire a credere che una persona possa essere in grado di costruirsi una vita parallela, convincendo famiglia e amici che tutto quello che fa (o meglio che non fa) è reale. Nessuno si è mai posto il problema per esempio se lavorava effettivamente dove dichiarava di lavorare, di chi fossero i suoi colleghi, di verificare anche semplicemente dove andavano a finire i soldi che chiedeva per i finti investimenti. Tutto si scopre solo nel momento in cui uccide la famiglia e dà fuoco alla casa, altrimenti fino ad allora Jean-Claude Roman era l’emblema dell’uomo, del marito e del padre perfetto, nessuno avrebbe mai pensato che dietro quella maschera ci nascondesse un vero e proprio mostro.

Questa lettura ci ha portato anche ad analizzare alcuni aspetti della società attuale che propone ed accetta solo modelli vincenti e ci siamo domandate quanti anche nel nostro mondo potrebbero essere come Jean- Claude Romand, vivere cioè ingannando gli altri e fingendo di essere ciò che non sono.

 

Lo consigliamo a...

A chi è in cerca di una storia vera.

Le parole chiave del libro

Menzogna

solitudine

malvagità