A tu per tu con l’artista Roberto Bolle

Il celebre ballerino con i suoi Friends inaugurerà il prossimo 16 luglio a Firenze il Musart Festival, che in questa settima edizione si presenta ricco di ospiti ed iniziative

«C’è un clima di festa, come tra amici che si ritrovano dopo tanto tempo. Ho notato in tutti noi artisti una sorta di urgenza, come se tutte le idee, le energie, le emozioni che non abbiamo potuto esprimere durante la pandemia ci chiedessero uno sfogo, ci esplodessero tra le mani». Con questo entusiasmo il più famoso ballerino classico al mondo, Roberto Bolle, si prepara a inaugurare a Firenze “MusArt Festival”, con il suo Gran Gala e i suoi Friends, gli amici che saliranno con lui sul palco in piazza Santissima Annunziata il 16 luglio.

Arrivano spettatori da tutta la Toscana e oltre per vederla danzare; ha dei fan che la seguono nelle tournée?

È tutto vero e ne sono veramente felice e orgoglioso. Senza sembrare superbo, le posso raccontare che ogni anno mi vengono a trovare delle fan dal Giappone che mi seguono nella tournée estiva: fanno le vacanze con me in un certo senso.

Quando lei balla in piazza Santissima Annunziata lei balla riesce a sentire le influenze rinascimentali di un’estetica che è anche e soprattutto sostanza?

Gli spettacoli in questi contesti, che hanno una loro personalità così forte, sono sempre molto speciali. Sono luoghi che hanno un’anima, uno spirito che inevitabilmente si mescola e influisce sulle emozioni che si sprigionano nello spettacolo. Sono occasioni uniche, ormai irrinunciabili. Spesso molti dei miei Friends sono stranieri. Rinunciano a tutto pur di venire in Italia in estate a fare il tour con noi. Sono estasiati dalla bellezza dei nostri luoghi, dall’arte, dalla storia. Alcuni si commuovono addirittura. Uno spettacolo nello spettacolo.

Il suo corpo sembra scolpito nel marmo, c’è una statua in cui si riconosce o che apprezza particolarmente?

Sicuramente la statua più famosa al mondo, il David di Michelangelo: un simbolo del nostro Paese nel mondo, sintesi di bellezza, armonia e maestria nel realizzarlo.

Quali ospiti saliranno sul palco con lei? Ci saranno delle sorprese?

Ogni anno lo spettacolo si rinnova completamente nel cast e nel programma. Lo metto insieme personalmente, raccogliendo pezzi nuovi miei e di artisti che conosco e incontro nei teatri di tutto il mondo. Non posso ancora anticipare nulla, se non il finale dove saremo accompagnati dal suono di una batteria dal vivo: credo che sia una delle prime volte che si realizza un incontro così particolare fra la danza classica e questo strumento molto rock.

Bel contesto Firenze con la sua piazza brunelleschiana, ma spesso alla data dei suoi spettacoli fa molto caldo: è difficile danzare con le alte temperature?

Sì lo è, ma è anche vero che i nostri muscoli temono di più il freddo: per questo anche ad alte temperature ci scaldiamo con scaldamuscoli, piumini e scarponi che sembrano doposci, per tenere sempre caldo il piede.

Prima di salire sul palco beve molto o assume integratori?

Bevo moltissimo, intorno ai sette litri di acqua al giorno, e sto molto attento a quello che mangio e a riequilibrare i sali minerali che elimino con il sudore.

Quanto si allena per prepararsi agli spettacoli?

L’allenamento è quotidiano, dalle 10 della mattina circa fino al tardo pomeriggio tra lezioni, prove e anche studio. Poi c’è la parte creativa e organizzativa: pensare quali progetti realizzare, quali artisti coinvolgere. Insomma è un lavoro continuo, una ricerca che non finisce mai.

Quale dieta segue? Per le ballerine classiche quello del peso è spesso un incubo, e per lei?

Noi ballerini tendiamo a considerare il nostro corpo come una macchina che va alimentata nel modo giusto. Io mangio in maniera sana e mangio molto perché consumo molto. Bevo tanta acqua, non mangio quasi per nulla carne, un poco di pesce, tanti legumi, cereali, verdure, frutta secca e fresca. Non ho mai fumato in vita mia.

Da dove è arrivata la spinta a intraprendere questa carriera, invece di una più comune attività sportiva?

Difficile dirlo. La passione si esprime nei modi più diversi, a volte anche misteriosi. In casa mia nessuno era appassionato di danza, eppure io sono stato risoluto nel voler andare a scuola di ballo sin da quando avevo 6 anni e mi incantavo davanti ai balletti della tv. La danza è una disciplina meravigliosa ed estremamente educativa per i ragazzi. È a tutti gli effetti un’attività sportiva e quindi è importante per la crescita fisica e psicologica dei giovani, ma è al contempo un’arte con tutti i benefici che ne conseguono. I valori della danza possono avere un ruolo fondamentale nell’educazione dei bambini. Molto dell’uomo che sono oggi lo devo alla danza, a come ha saputo plasmare il mio carattere e forgiare la mia personalità.

Ha preso posizione sui ballerini russi e la guerra in Ucraina e ne è nata una polemica: perché?

Io mi sono esposto a favore della pace, ma non ho mai preteso lo facessero altri, anzi ho sottolineato che spesso ci sono enormi difficoltà in tal senso e non si può giudicare. Nessuno dei miei amici e colleghi del Bolshoi o del Mariinsky potrebbe condannare questa guerra, anche se lo volesse, a meno di lasciare il Paese come ha fatto Olga Smirnova. È una situazione estremamente complessa e delicata. È capitato che le mie parole siano state estrapolate, riportate, interpretate spesso in maniera confusa. Però, io non inseguo un concetto di arte che sia avulsa dalla realtà. L’arte ha in sé la forza e la capacità e forse anche il dovere di interpretare la realtà e, allo stesso tempo, di coltivare l’ideale.

C’è un tema – ambiente, diritti civili, disuguaglianza – che le preme più di altri?

Ce ne sono molti che mi premono, dai più piccoli ai più grandi, a seconda di quanto dobbiamo allargare lo sguardo. Sono però in special modo molto preoccupato per le guerre, che non riusciamo a eliminare, e per il conto alla rovescia delle risorse e della sopravvivenza sul Pianeta, che dovrebbe essere il nostro primo pensiero e invece viene ignorato continuamente.

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