Antibiotici: istruzioni per l’uso

Come e quando soministrare gli antibiotici nei bambini. Alcuni consigli per intervenire in maniera appropriata. Prima regola: no al fai da te

Ospedale pediatrico Meyer
Ospedale pediatrico Meyer
Consigli di salute e alimentazione nell'infanzia in collaborazione con i medici del Meyer di Firenze.

Dubbi da genitore

Perché una volta no e un’altra sì, anche se c’è sempre febbre e mal di gola? Proviamo a sciogliere questi e altri “dubbi da genitore” sugli antibiotici con la professoressa Luisa Galli, pediatra e infettivologa, responsabile dell’Area Medica del Meyer.

Prima regola, da non sgarrare: evitare il fai da te.

Perché occorre finire la terapia con gli antibiotici, anche se il bambino sembra stare meglio?

Anche quando i sintomi principali sono passati, pensiamo ad esempio alla febbre, è possibile che alcuni batteri siano sopravvissuti. Se così fosse, potrebbero causare ricadute e dunque richiedere un nuovo ciclo di antibiotici, necessario per combattere questi batteri, che intanto si sono moltiplicati e sono diventati più “forti”, perché è come se si fossero allenati a resistere. Anche per questo è fondamentale attenersi alle indicazioni del pediatra: per non contribuire all’aumento dell’antibiotico-resistenza, vera emergenza dei nostri tempi.

Già: che cos’è l’antibiotico-resistenza?

Si verifica quando i batteri, che potrebbero essere debellati da una molecola antibiotica, iniziano invece a sopravvivergli. Più incontrano queste molecole, più si allenano a “combatterle”, sviluppando mutazioni. L’Italia purtroppo è tra i primi Paesi in Europa sia per la diffusione dei ceppi antibiotico-resistenti, sia per il consumo di antibiotici nei bambini.

Spesso gli antibiotici, nei primi anni di vita, sono usati in modo improprio, per combattere infezioni, soprattutto respiratorie, che in realtà sono virali e non richiederebbero questo tipo di terapia. Così facendo, il rischio è che infezioni, anche banali, in futuro rispondano sempre meno alle terapie antibiotiche. Lo scenario è molto preoccupante.

Che strumenti abbiamo per non peggiorare la situazione?

La lotta all’antibiotico-resistenza richiede uno sforzo sinergico delle istituzioni, dei medici, ma anche dei pazienti e dei loro familiari. Il medico dovrà prescrivere gli antibiotici solo quando necessario (utilizzando il più possibile test rapidi e altri marcatori utili per indirizzare la diagnosi su infezioni virali o batteriche), scegliendo quelli a spettro ristretto e più adeguati alla patologia in corso, seguendo le linee guida nazionali e internazionali sulla gestione delle infezioni. I familiari, d’altra parte, devono somministrare l’antibiotico esattamente come viene prescritto.

Perché bisogna prendere questi farmaci sempre alla stessa ora?

L’efficacia delle molecole antibiotiche di maggior impiego nella popolazione pediatrica (come le cefalosporine o le penicilline) è garantita solo quando si raggiunge una determinata concentrazione nel sangue e nei tessuti, necessaria a inibire la crescita batterica. Dunque se il medico prescrive l’antibiotico tre volte al giorno – invece di una o due volte, che sarebbe più comodo per tutti – c’è un motivo e “saltare” delle somministrazioni significa vanificare l’efficacia della terapia, con rischi per la salute del bambino.

Il consiglio: niente fai da te!

Non usare antibiotici perché li abbiamo in casa, anche se se ci sono stati indicati dal medico per sintomi simili, come per esempio nella sinusite.

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